Si tratta di un insieme di tecniche manuali utilizzate per la mobilizzazione dei tessuti molli (muscoli e fascia) che si occupano di trattare il dolore miofasciale e le sindromi dolorose su base biomeccanica e riflessa. È la terapia d’elezione per la gestione dei cosiddetti “trigger points”. Quando il tessuto connettivo a seguito di infortuni, traumi o posture errate ha una limitazione del suo movimento c’è un corrispettivo aumento della sua densità in determinati punti. Una condizione di questo tipo può sviluppare una realtà clinica spiacevole per il paziente, dando luogo a dolori e restrizioni di movimento. Questo tipo di trattamento ha l’obbiettivo di ampliare l’arco di movimento, liberando il paziente da sintomatologie algiche e altre sensazioni fastidiose come bruciori, parestesie, formicolii e torpori. Si ritiene inoltre che il trattamento della fascia sia importante per stimolare il sistema nervoso centrale al fine di migliorare la coordinazione motoria.

A chi è rivolta?

Attività ripetute nel tempo che mettono sotto stress il muscolo interessato o che lo mantengono sempre in uno stato di accorciamento

  • Traumi o incidenti (sovraccarico acuto)
  • Posture scorrette
  • Tensioni posturali (ad esempio stare a lungo seduti)
  • Mancanza di attività
  • Stress ed ansia
  • Età: è più probabile in adulti di mezz’ età
  • Sesso: le donne sono più predisposte degli uomini